Qui è nata l’associazione Opera Prima - SMA (sistema musicale arnesano) voluta dalla famiglia di Beatrice Rana, mito contemporaneo del pianoforte, concertista di fama mondiale, appena trentadue anni, cresciuta in una casa di musicisti.
Perfino la Rai, che tradisce la sua mission di servizio pubblico soprattutto nell’informazione, diventata nei Tg una pallida ombra del diritto/dovere di offrire la lettura puntuale dei fatti, a volte riesce a dare spunti di riflessione sulla tenuta effettiva del Paese, che è molto più forte e matura del momento politico.
Per puro caso, seguendo una rubrica, Tg2 Week End, a cura di Adele Ammendola, da sempre appassionata di cultura e di viaggi, affiora un tesoro in Puglia. È una scoperta che riempie di orgoglio, anzi, che ad altre latitudini, più attente al marketing ed alla comunicazione, sarebbe già un case-history, ovvero un caso di successo su cui investire e da riprodurre. Vogliamo essere positivi: presto accadrà anche da noi.
La storia è ambientata vicino Lecce, si parla di una comunità di neanche 4mila abitanti, con qualche chiesa di pregio, un palazzo marchesale, collegata alla viabilità principale da strade provinciali, che sul sito pubblico del Comune vanta gare locali in bici e su pattini a rotelle. Nessun accenno all’oggetto del servizio trasmesso dalla rubrica del Tg2, che ne fa invece la caratteristica di pregio da almeno otto anni, unica nel suo genere.
Fa piacere annotare che l’iniziativa sia partita soprattutto dalla sensibilità di donne pugliesi, alcune notissime, altre meno e che si parli di musica, la più colta. È il linguaggio, che porta la pace, che vince i pregiudizi.
La storia si svolge nel comune di Arnesano, dove è nata l’associazione Opera Prima - SMA (sistema musicale arnesano) voluta dalla famiglia di Beatrice Rana, mito contemporaneo del pianoforte, concertista di fama mondiale, appena trentadue anni, cresciuta in una casa di musicisti. La mamma, signora Maria Pina Solazzo, docente al conservatorio di Lecce e la sorella Ludovica, talento del violoncello, hanno dato corpo a un sogno. La loro passione ha contagiato i cittadini del paese, a cominciare dai più piccoli. Grazie all’appoggio di un’altra donna, la direttrice didattica Addolorata Natale, con il via libera del Ministero dell’Istruzione, della Ragione e con partenariati vari, sono arrivati ad Arnesano violini e violoncelli, affidati in comodato d’uso alle manine di bimbi tra i 6 e gli 11 anni. Nei programmi della scuola primaria, ufficialmente, è entrata la musica. E gratis! Sono aumentati gli istituti che hanno aderito, un fatiscente oratorio è diventato la risplendente casa delle note, i bambini, emozionati, hanno fatto a spinte per entrarci (un’emozione oggi forse non comprensibile), le famiglie ne sono rimaste entusiaste, la musica ha cambiato Arnesano e sono cambiate anche le piazze di pietra. Centinaia di bambini dialogano con Bach, Beethoven o Chopin e imparano da loro. Nel cuore del Salento, si respira l’atmosfera di Starometske Namesti, la più bella piazza della città vecchia di Praga. Non è finita: dopo gli 11 anni, per i più talentuosi, arrivano le borse di studio. I musicisti in erba possono continuare a imparare. Si aggiunge il festival internazionale «Classiche Forme», con grandi artisti invitati da Beatrice, dove i piccoli hanno l’onore della prima fila, attentissimi ed emozionati. C’è perfino una fiaba, costruita sul territorio, dal nome Regina. Protagonista è l’olivo millenario, con la strega cattiva che si chiama Xylella. La firma, della scrittrice Simonetta Longo, che trova le parole per la musica che i violini e i violoncelli eseguiranno. Come raccontare ai bambini il perché di quel mondo di desolazione che in larga parte è diventato il Salento, con gli alberi seccati dalla malattia? È la fatalità, ma anche l’eterno conflitto tra il bene e il male, che può finire solo con l’impegno nella cura, la responsabilità e l’amore. Né manca la giornalista salentina, Azzurra De Razza (ancora un’altra donna) che realizza un documentario prezioso, pronto per i festival. È la storia di un sogno, filmato dalla sensibilità del videomaker Daniele Pignatelli. «Una storia di bellezza», come può definirla chi l’ha visto, con il titolo giusto: «Il Paese degli Archi».
E continuando a cercare, scopri che il case-history Arnesano, ignoto ai più, è notissimo invece nel mondo dei musicisti, che ne ammirano gli attori, anzi, le attrici. È quasi una «fantasia», evocando la forma di composizione che non rientra nei canoni musicali codificati, ma che esprime l’estro e la passione di chi l’ha scritta. Conoscendone lo spirito, pare di sentire quell’opera 66 di Chopin, con la sua straordinaria forza romantica. Eppure SMA è diventata una realtà, ogni giorno più forte. Magnifica, addirittura ingombrante, perfino scomoda per chi si muove meglio nell’anonimato. E unica.
Pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 14 aprile 2025