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Quella Grancia che ha vissuto la Storia di un intero popolo…

Quella Grancia che ha vissuto la Storia di un intero popolo...

Ai piedi dei monti di Brindisi di Montagna in Lucania, in un Parco di 50 ettari restano i semi della Grancia. Un villaggio, un granaio, una comunità, contesa da dominazioni straniere, nata da un disegno celeste, spettatrice di lotte e di soprusi sotto un cielo immenso di stelle.

Un luogo del tempo sospeso, infestato per anni da mala politica, dove ora un gruppo di uomini e donne, finalmente interpreti autentici dei sentimenti più profondi che può esprimere una terra, si ostinano a difendere i propri sogni. La Storia Bandita, uno smisurato affresco musicale, dipinto con i colori del mito, era stato ideato per raccontare l'epopea degli ultimi, i cafoni, contro i soprusi dei poteri arbitrari, che legittimano la ribellione. Storia di ieri, Storia di oggi. Un Storia di coraggio, che diventa contagio a dispetto del rischio della stessa vita: si può perdere quando è giusto e necessario. Nonostante l'affronto estremo,  arrivato a cancellare la definizione di patriota, bollando i ribelli come briganti.

Sotto la guida non del brigante Crocco, ma di un uomo di cultura, Nicola Manfredelli, lucani appassionati, giovanissimi e anziani, hanno ripreso a coltivare la memoria.

Lo fanno spinti dalla passione, da volontari, con loro anche un prete, Don Giordano.

Tutti insieme, nel vuoto di politiche di sostegno alla cultura e ai territori, mentre amministrazioni ottuse, perfino più arroganti che nel passato, rimangono assenti. Eppure, gli ospiti arrivano a migliaia, da ogni luogo. Ciascuno paga il suo biglietto, che appena basta a coprire le spese, attendono pazienti in fila per raggiungere le tribune: vogliono conoscere la Storia Bandita, bandita non solo perché storia di briganti, ma perché volutamente ignorata. Forte l'emozione, quando alla fine si spengono le luci: l'eco della notte si prolunga negli applausi. È come una pioggia scrosciante, continua.

Credo, che non possa non arrivare la dovuta attenzione, magari da altri luoghi, da altre sensibilità, da imprenditori esterni, in una terra del Sud così male amministrata. La Grancia lo esige.

Nello stupendo scenario della natura, c'è stato spazio anche per la presentazione di un libro. Il mio romanzo: “Vera e gli schiavi del Terzo Millennio”, ha trovato un pubblico di oltre mille persone, che hanno offerto una partecipazione magnifica. Da rimanere incantati, ma non stupiti: cosa racconta infatti il romanzo? È la storia di sentimenti e di diritti violati nell'era informatica, con lo sguardo volto agli ultimi. Io scontro tra il bene e il male, che si ripete. Mentre scendevano le aquile, nei richiami dei falconieri, e prima ancora i falchi e i gufi e i condor, finalmente si poteva comprendere: il respiro di quei monti esprimeva la forza di chi non rinuncia alla testimonianza.

Carmen Lasorella

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